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“L’AMORE E’ LA STRADA DOVE LE TUE IMPRONTE INVECE DI SEGUIRTI, TI PRECEDONO” di Gianluca Magi

“L’AMORE E’ LA STRADA DOVE LE TUE IMPRONTE INVECE DI SEGUIRTI, TI PRECEDONO” di Gianluca Magi

di Gianluca Magi

Un certo condizionamento religioso ha indotto a considerare il sesso un problema. Ma il sesso non è un problema. Diventa un problema nel momento stesso in cui sei suggestionato a considerarlo tale. Come ogni cosa, del resto.
Inculcando per secoli e secoli il dogma che Gesù è nato da una vergine (come fosse un fatto materiale incontrovertibile da prendere alla lettera e non nella sua realtà allegorica, morale e anagogica), ripetendo continuamente e rigidamente che è intollerabile l’idea che Gesù sia stato concepito attraverso un rapporto sessuale, la chiesa romana ha diffuso su vasta scala una visione sessuofobica e il cattolicesimo è stato suggestionato da questo approccio nevrotico e patologico con il sesso. La sessualità e la spiritualità, le due più profonde aspirazioni dell’essere umano, sono state poste così agli antipodi. Ma, in realtà, sono gemelle e con funzioni simili: promuovono l’estasi, l’unione con un ordine superiore.

Eros è una forza molto potente
Dal canto degli uccelli ai fiori profumati, dall’arte alla creatività in ogni sua manifestazione, tutto nasce in virtù dell’energia sessuale. Il sesso è la vita! Se le norme sociali e i divieti religiosi impediscono alla tua sessualità di esprimersi, ne soffrirai e la pienezza della sessualità sarà mortificata sull’altare della religione e della società. Se reprimi mediante leggi questa potente energia, rinserrandola nelle profondità di te stesso, commetti un grave errore. L’energia che non trova modo di essere proficuamente incanalata verso l’esterno provoca nella coscienza terrificanti implosioni, fonte di pericolosi squilibri, perversione, bramosia, sadismo, ossessione. I disordini che ne derivano sono numerosi nella stessa vita sociale.
Se consideri il sesso un problema, comincerai a viverlo come peccaminoso, quindi ad esserne frustrato (volendoti liberare dal senso di colpa) oppure ad esserne ossessivamente sedotto (ricercandolo in modo compulsivo). In entrambi i casi, in apparenza radicalmente opposti, hai sempre reagito al sesso, hai scelto in funzione del sesso e reso la vita inautentica. Sei entrato nel circolo vizioso cominciando a girare come il criceto nella ruota. Vorrai incessantemente combatterlo o fuggirlo oppure ricercarlo senza requie, col risultato di renderlo sempre più potente. E tu sempre più nevrotico. È un fenomeno evidente: se v’indulgi, come se esso fosse un puro sfogo e una dimostrazione della tua potenza di conquista, lo rafforzi e dopo ogni atto sessuale ti senti represso, un Ego totalmente triste e solo (post coitum omne animal triste est). Mentre se reprimi l’energia sessuale, essa fuoriesce da un’altra parte, come il fumo che passa attraverso le porte. È come voler prendere un elefante con una ragnatela.
Il sesso vissuto come problema dipende dal modo di concepirlo. Ripeto: nella sua nuda semplicità, il sesso non è un problema in se stesso. È piuttosto una via.
È facile da comprendere. Se il sesso è considerato peccato e origine della morte per una certa impostazione religiosa, invece, alla luce della religione del piacere erotico (kāma) dell’India è considerato estasi sublime, esperienza cosmica e fonte di vita, perché il sesso è la sorgente, la porta attraverso cui la tua vita fa il suo ingresso nel mondo. E nel sesso trovi anche ciò che dà gioia, perché puoi gustare, per un attimo fuggente, la beatitudine divina. Puoi per suo tramite avere un indizio della condizione divina e giungere a sfiorarla. L’essere umano non è mai completo né mai così vicino al divino come nel momento della voluttà sessuale.
Da questa prospettiva vedi il sesso per ciò che è: un’energia vitale meravigliosa, immensa, un dono divino che va accettato, vissuto, compreso in profondità, perché è una via per entrare in contatto con la realtà suprema.
Per un istante, allora, abbandona ogni pregiudizio, ogni idea di peccato e senso di colpa e immagina di essere rilassato, senza alcuna repressione. Come quando da bambino tiravi un respiro di sollievo e il mondo si faceva leggero come una piuma. Bene. Immagina ora di trovarti di fronte ai grandi templi tantrici di Khajuraho e Konarak in India. Le tue pupille s’illuminano della strabiliante bellezza di ninfe celesti allacciate come ghirlande in arguti giochi erotici (kridā līlā) con gli dèi, con i saggi e gli asceti. Tutti provano gioia in infiniti modi differenti, possibili e impossibili! Osserva i loro volti: sono illuminati dalla serenità che irraggia come un astro. Continua a immaginare, ancora più intensamente ma senza sforzo, di varcare la soglia del tempio, costruito in base agli yantra, diagrammi che permettono di evocare l’invisibile e di comunicare con gli esseri trascendenti che noi chiamiamo dèi. Già cominci ad avvertire lo scorrere lungo il tuo corpo di un senso di energica beatitudine, staccato dal mondo e dalle sue regole. Come se il corpo si dissolvesse. Continui a penetrare sempre più al suo interno e ti accorgi che le sculture in amore, man mano che avanzi, diminuiscono sempre più fino a scomparire del tutto. Proseguendo, senti una liberazione emotiva potente. Stai meravigliosamente bene! Diventi pura energia meditante, vibrante, palpitante. Stai per entrare in un nuovo grembo materno. E di fatto chi medita entra nel grembo del divino, dell’assoluto. Tanto che ora, infatti, ti trovi nella parte essenziale, più interna del tempio, in una camera splendidamente vuota, silenziosa e profumata. Ti trovi nel garbha gṛha, nella “dimora del ventre”, il potere creatore da cui è sgorgato l’universo. Al suo centro si erge il liṅga, il sacro fallo-fonte di vita, emblema del dio Śiva. È un fatto molto significativo. Entrare ancora una volta nell’universo in un profondo abbandono significa trovare quiete, beatitudine vitale, energia divina, un’esistenza senza tempo priva di problemi.

Templi e amanti hanno la stessa natura
Sono yantra, diagrammi magico-simbolici che ti conducono all’unione con un ordine superiore. E di fatto il sesso è questo. In primis, sperimentare la consapevolezza che nell’abbraccio ognuno è entrambi. L’orgasmo è una piccola morte (petite mort). L’Ego si liquefa, diventi vasto, immenso, oltre i confini dell’epidermide. La pelle non è più considerata il confine di te stesso che ti separa dall’altro e ti fa credere che sia normale vivere in uno spazio limitato e per un tempo breve. È una piccola morte da cui rinasci creativamente affermando l’eternità dell’essenza. È l’abbandono totale del corpo e della mente. Due corpi e due anime sono entrati in contatto unico. Sono fusi in un’unica soglia sull’assoluto. L’atto umano e l’atto divino diventano tutt’uno. È gioia pura. Estasi. Unione con l’amato, unione col tutto. È una rottura evolutiva in cui donandoti all’amore senza riserva, sei vicino al santo che si dona senza riserve al piacere della fusione totale del suo essere in quello divino. Cessi di essere te stesso, diventando tutt’uno con l’oggetto del tuo amore. Il livello di coscienza si espande, cessi di esistere in quanto essere individuale e ti fondi con l’altro essere. Ora l’unica realtà di entrambi è il piacere che unisce. Il passato e il futuro spariscono. E tu sei totalmente nell’attimo presente, che diventa un istante di meditazione.
Questa è una rottura evolutiva. La ritrovi quando riconosci che sei uno spirito incarnato in un corpo umano. E che è così per tutti. Comprendi allora che il tuo corpo è sacro, è un tempio, e che il sesso è assai più di un semplice mezzo per raggiungere il piacere: è un atto sacro. Considera il corpo del tuo/della tua partner non solo come una fonte di attrazione fisica, ma come il tempio più sacro. I tuoi organi sessuali e quelli del/della partner sono santuari dove incontrare il divino. Le loro secrezioni sono elementi liberatori di sentimenti sublimi inibiti. Ripeto: considera, con consapevolezza, il corpo del tuo/della tua partner come il tempio più sacro. Accostati a lui/lei con la stessa delicata gioiosa attenzione con cui ti addentri nella dimora di una dea/di un dio. Asseconda la tua energia sessuale. Non combatterla. Fluisci con essa. E ti condurrà all’Oceano. Così come nel tempio sei giunto sino al punto centrale: vuoto, silenzioso, quieto.

La consapevolezza che trasforma
Per ora non serve l’ausilio di alcuna tecnica per vivere questa esperienza unica al di fuori dello spazio e del tempo, ma solo questa consapevolezza. Questa consapevolezza è una cura spirituale: libera l’anima dalla prigione di concezioni frustranti che ti hanno imposto per mantenerti a un livello di coscienza puerile, per privarti della tua forza e costringerti alla mera obbedienza ovina. È sufficiente solo questa consapevolezza, per trasformare magicamente il sesso in una delle più alte forme di meditazione, per avere contatto con il soprannaturale, per trasfigurare la tua sessualità in spiritualità, per trasmutare il tuo stesso corpo fisico in un corpo sacro, per far abbracciare il sole e la luna, per incontrare “l’uomo interiore” se sei una donna o “la donna interiore” se sei un uomo. È una meditazione altamente creativa e gioiosa, capace di dissolvere l’illusione di vivere soltanto in uno spazio limitato e per un tempo breve e di far tornare l’eternità nella tua essenza. A quel punto mondi straordinari ti si sono dischiusi: puruṣa incontra prakṛti, lo spirito si materializza e la materia si spiritualizza, il visibile si allaccia all’invisibile. Si attua l’estasi suprema, lo stato di beatitudine, la ragion d’essere per cui sei vivo, per cui la Vita ti ha desiderato e ti desidera.
L’Amore è la strada dove le tue impronte anziché seguirti ti precedono.