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“COSI’ IO VEDO IL SESSO” di Alejandro Jodorowsky

“COSI’ IO VEDO IL SESSO” di Alejandro Jodorowsky

la conversazione
di Roxane Gilmour
Redazione LIVINGUP

Non necessita di traduzione l’affermazione di Alejandro Jodorowsky, forse un pò forte, ma quanto mai attuale. Una frase in cui non si respira blasfemia, ma profonda umanità. La stessa che, con il dovuto rispetto, trasmette anche senza parole il nostro nuovo Papa. Diventato sacerdote dopo tre decenni di vita, amante del tango; un Papa di grande cultura, ma quella “vera” a favore del “popolo”, vicino alla gente qualunque. Perché, comunque, uomini si è, e di uomini si parla.

Ma anche la sessualità è qualcosa di sacro.
E le culture primitive ben lo sapevano.
«Il loro simbolismo è arrivato fino a noi: la Dea Madre è raffigurata con seno e sedere ma prive di testa: mi sono fatto l’idea che le donne sono odiate fin dalla preistoria!».

La donna… senza testa, e gli uomini?
«La testa dell’uomo viene sempre rispettata; l’unico caso in cui gli è permesso non averla, è quando si parla di… calcio!».

Eppure nella donna si manifesta l’intero universo.
«Sono anime, spiriti-guida, emanazioni della Madre Celeste, che dispensano il proprio corpo come amanti e creatrici».

La sessualità è un’energia potentissima, ma l’abbiamo imparata insieme al senso di colpa.
«Non mi piace la gente la cui mente non sa riposare in silenzio, il cui cuore critica gli altri senza sosta, la cui sessualità vive insoddisfatta, il cui corpo s’intossica senza saper apprezzare di essere vivo.Ogni secondo di vita è un regalo sublime».

Ma quello di cui parla Jodorowsky non è mai solo sesso fine a se stesso, perché dice che l’Io Sessuale vuole creare. Così “Jodo” insegna un percorso interiore alla ricerca di se stessi con l’aiuto dei Tarocchi di Marsiglia, che ha ridisegnato e studia da anni.

Gli Arcani sono 22.
«Ho cominciato con i tarocchi, cinquant’anni fa. Il tarocco è magnifico per aiutare la gente. Il mondo va male, io non posso cambiare il mondo, ma posso cominciare a cambiarlo».

Una rivoluzione?
«Le rivoluzioni non servono, bisogna lavorare per trasformare il cervello, c’è bisogno di una “ri-evoluzione” del cervello: seminare un’altra consapevolezza, creare una nuova coscienza».

Come?
«Lasciamo parlare il dio interiore che è in ognuno di noi. Il tempio è il tuo corpo, e il sacerdote è il tuo cuore: è da qui che deve partire ogni conoscenza».

Psicanalisi e psicomagia, c’è qualche analogia?
«Freud veniva dalla scienza, era medico, io invece vengo dall’arte, anche se mi sono proposto di acquisire le stesse conoscenze che possiedono gli psicanalisti. Non dico che la psicomagia sia migliore della psicanalisi: dico solo che le è vicina. Ma, invece di esigere molti incontri, alla psicomagia ne basta uno: è la via più breve».

In pratica?
«La psicanalisi non ha ragione nel sostenere che una volta individuato il problema, e la sua fonte, il paziente sia guarito. Ci si rende solamente conto del problema, ma il problema non cambia».

E quindi?
«La gente capisce che quando ha individuato il problema ha bisogno di un atto. Ci vuole qualcosa: un confronto, un atto simbolico, o quello che sia. Ho cominciato con piccoli consigli psicologici, piccole cose».

Depressione, un problema di sangue?
«Una volta ho avuto a che fare con un omosessuale, sieropositivo, che tendeva al suicidio. Diceva che lo psicanalista non riusciva a guarirlo. Non sapevo che pesci prendere.Alla fine gli dissi che era un problema di sangue, e che doveva imparare che il sangue si può curare. Gli dissi di andare in un mattatoio con un grande thermos e chiedere a qualcuno il permesso di aiutarlo a uccidere una vacca; poi di portarsi via tutto il sangue e di farcisi una doccia.
Così fradicio, doveva montare su un pallone aerostatico con una foto di sè piccolo, e gettarla giù insieme a dei confetti. Mi guardò scioccato. Ripeteva le mie parole dicendo: “E’ impossibile! Dove lo trovo un pallone aerostatico?” “ Se lo vuoi fare, lo fai”, gli dissi. Poi incontrò una persona a cui raccontò tutto, persona che gli disse di essere il figlio del direttore del mattatoio.
In seguito scoprì che i palloni aerostatici possono essere affittati da chiunque, ed è riuscito a compiere il suo meraviglioso atto panico. Non dico di avergli curato il sangue, ma la depressione se n’è andata e ora vive la sua sessualità con gioia».

La psicomagia, infine, che cos’é?
«La psicomagia è l’ evoluzione della magia popolare; ogni anno vado in Messico e visito i ciarlatani della città: conosco Pachita, Dona Paz… conosco molta gente, seria e non. Ma tutti, quello che fanno, lo fanno con la fede. Non so se quello che usano sia o no vero sangue di gallina, ma non importa: la fede è ciò che agisce».

E tu?
«Io, invece, non voglio che si creda a quello che faccio: io spiego ciò che faccio. Non è superstizione, non sono io il mago: io ti dico cosa fare, il mago sei tu».

Da che cosa si inizia?
«Innanzitutto, dovresti avere il diritto di venire generato da un padre e una madre che si amino, durante un atto sessuale coronato dal reciproco orgasmo, affinché la tua anima e la tua carne abbiano come radice il piacere».

Jodo, ma tu hai fatto proprio tutto nella vita?
«L’ unica cosa che non ho fatto è stato cantare il tango. Avrei tanto voluto cantare il tango. Mia madre era una cantante d’opera e le capitava di innamorarsi di cantanti di tango: mi portava sempre ad ascoltarli, ma non ho mai potuto cantare”.