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“PENSIERI D’AUTORE” di Massimo Gramellini

“PENSIERI D’AUTORE” di Massimo Gramellini

Mentre l’Occidente ha dato il meglio di sé nello studio di ciò che sta fuori – le scienze sociali – l’India da millenni è specializzata in quel che sta dentro. Il frutto di questa perlustrazione incessante del mistero umano è concentrato in un versetto dei Veda, la sacra scrittura induista che ho appena infilato in valigia: «Il giorno è l’ombra della notte, la vita è l’ombra della morte». Per gli indiani la distinzione fra bene e male, gioia e dolore, vita e morte è un’illusione. Perché la dualità è un’illusione. Nell’Uni-verso tutto è Uno, bene e male, gioia e dolore, vita e morte. Quando accetta questo principio – indimostrabile dai cinque sensi, ma avvertibile con l’intuizione – l’uomo smette di chiedersi come mai esiste il male e come mai Dio, o chi per lui, permette che accada. Alla rabbia subentra l’accettazione, che non fa rima con rassegnazione, ma con evoluzione. Se tutto ciò che capita è sempre giusto e perfetto, risulta inutile lasciarsi paralizzare dai giudizi, dai timori e dai rancori. E anche il dolore smette di fare paura e diventa un’occasione per crescere.
Il dolore è la smagliatura che lo Scrittore Supremo inserisce nella trama della vita per darci l’opportunità di scoprire una parte di noi che altrimenti rimarrebbe atrofizzata. Può essere la perdita di un affetto, una malattia, una disfatta economica o sentimentale. Nell’esistenza di tutti c’è un buco incomprensibile, una cicatrice che continua a sanguinare e a cui imputiamo i nostri fallimenti. Ma quella voragine di strazio, che nel giudizio degli uomini appare come un’ingiustizia, agli occhi dell’Universo è solo una prova. Non esistono graduatorie, anche se ciascuno di noi è portato a pensare di avere avuto in sorte la peggiore.
Di fronte alla sofferenza che cerca di cambiarti la vita, puoi rifiutarti e scappare.
Oppure accettare la sfida. In quel caso il risultato importa poco: comunque vada, per l’Universo hai già vinto.
Per il fatto stesso di non esserti arreso, hai compiuto un passo della tua evoluzione. Come tanti altri infelici, da bambino invidiavo le esistenze tranquille. Ma ora so che, se alla fine della vita sarò identico a com’ero quando l’ho incominciata, la vita non mi sarà servita a niente.

di Massimo Gramellini