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“MAESTRA CANDIDA” di Vincenzo Valesi

“MAESTRA CANDIDA” di Vincenzo Valesi

Quando la malattia è una guida per ritrovare se stessi e i proprio errori.
È la costante ricerca dell’equilibrio che permette all’essere umano e all’intero Universo di evolversi continuamente

La Candida è il mio maestro. Questa affermazione è volutamente provocatoria, e solo apparentemente paradossale.
Quasi sempre è unicamente attraverso la sfida che suscitiamo reazioni emotive. Sono le emozioni (dal latino ex movere, “spostare da”), infatti, che ci inducono a spostarci dalla staticità della zona di “comfort” in cui viviamo per produrre attraverso il “disagio” (disease anglosassone) la ricerca di un nuovo equilibrio, spesso migliore del precedente.
Quella che chiamiamo malattia e che riconosciamo solo attraverso le sue manifestazioni o sintomi nient’altro è che il tentativo intelligente di risolvere conflitti biologici, necessari al mantenimento e all’evoluzione della vita.

Porsi le giuste domande
Da giovane studente di medicina, all’inizio della professione, la Candida era per me solo l’agente causale del mughetto dei lattanti e dei vecchi immunodepressi, delle vaginiti dalle “perdite bianche” o la conseguenza ineluttabile di cure chemioterapiche: un problema “facilmente risolvibile” con qualche goccia di Mycostatin, una garzina imbevuta di bicarbonato o violetto di genziana – terribilmente macchiante – e qualche ovulo vaginale.
Quando dieci anni fa divenni moderatore del forum sulle medicine naturali di Sanihelp.it, cominciai a capire che le Candidosi – infezioni da candida – sono un problema molto più esteso di quanto si potrebbe pensare, la punta di un iceberg difficilmente quantificabile.
Centinaia e centinaia di mail di richiesta di consigli su questo argomento, resero necessaria e possibile – grazie anche al lodevole impegno della co-moderatrice Anna – la creazione di un altro sub-forum interamente e specificamente dedicato (dove, tra le altre cose, si possono trovare molte informazioni interessanti in merito a quest’argomento). Cominciai così a prendere coscienza del fatto che la vera storia delle candidosi non è scritta sui libri, ma nelle esperienze di vita di quelli che scherzosamente chiamo “candidati”.

Candida: nemica o amica?
La Candida Albicans, la specie di fungo più conosciuta e responsabile del 70% di tutte le candidosi, non è un nemico da combattere e da estirpare con furore esorcistico, ma un normale convivente del nostro intestino. La sua forma “buona” di lievito, necessaria al mantenimento dell’equilibrio della microflora intestinale, partecipa alla digestione degli zuccheri con il processo della fermentazione e svolge anche l’importantissima funzione di eliminare i metalli pesanti che assumiamo attraverso l’alimentazione. Quando per vari motivi legati a scorrette abitudini di vita o alimentari si creano condizioni particolari, essa riceve un input che la induce a una proliferazione esagerata e si trasforma nella forma “cattiva” di micelio (fungo), emettendo filamenti chiamati ife, per riprodursi e proliferare. Per mezzo di questi si insinua fra le cellule che rivestono l’intestino, potendo da lì raggiungere altri distretti – spesso della zona urogenitale. Nei casi più gravi, arriva addirittura a entrare nel torrente sanguigno dove può essere dimostrata solo con una tecnica particolare chiamata “microscopia diretta in campo oscuro”.
Tutte le cure di cui disponiamo – chimiche, convenzionali e naturali – dopo un iniziale miglioramento dei sintomi sono spesso seguite da frequenti recidive e, nei casi più ostinati, da cronicizzazione. Questo, per un motivo molto semplice: spesso e volentieri non si interviene sulla correzione del “terreno” – quindi sulla causa – dove la candida si riproduce.
Questa è la parte più difficile, perché coinvolge il paziente in un percorso di presa di coscienza, di assunzione delle proprie responsabilità e capacità di autodeterminazione. Ma anche di necessità di riconoscere che la soluzione di tutti i problemi nella vita e ogni guarigione non può venire solo da un aiuto esterno, da un deus ex machina invocato in grazia di un divino amore che tutti raggiungiamo senza meriti, come il seno materno. Solo chi assume il timone della nave, chi è consapevole, può scegliere e può dirsi davvero libero di salvarsi dalla tempesta e, di conseguenza, arrivare alla guarigione.

La camaleontica dote della Candida
La Candida produce acido tartarico che entra nei mitocondri per via della sua somiglianza con l’acido malico ma, essendo un falso metabolita, blocca il ciclo di Krebs. Ciò comporta una deviazione del metabolismo cellulare da una fase a prevalenza aerobica verso una ad atteggiamento anaerobico e acidosi con ridotta disponibilità di ATP, la benzina delle nostre cellule. Ne conseguono stati di debolezza e un terreno metabolico-respiratorio favorente l’instaurarsi di patologie croniche degenerative e perfino neoplastiche (cancro, tumori). La Candida Albicans è in grado di rilasciare fino a circa 80 differenti tipi di tossine che possono essere immesse in circolo nell’organismo.
Le ife della sua forma di micelio aprono un varco attraverso le pareti dell’intestino alterando la tenuta delle giunzioni serrate, specie di ancoraggi fra una cellula e l’altra che garantiscono l’impermeabilità dell’epitelio intestinale nei confronti di sostanze alimentari non completamente digerite; si creano così delle discontinuità attraverso le quali passano tali sostanze. Il sistema immunitario, tuttavia, non le riconosce come proprie, producendo di conseguenza anticorpi di tipo IgG (intolleranze) e IgE (allergie). Anche se la Albicans è quella più comunemente conosciuta ne esistono altre specie: Parapsilosis, Glabrata Guillermondii, Krusei, Tropicalis, Pseudotropicalis, Dubliniensis, Rugosa, Stellata.

Quali sono le cause?
Le cause fisiche della candidosi sono diverse. Vediamole insieme una per una.
Disbiosi Intestinale: si tratta di un’anomalia dei rapporti tra le forme di vita microscopica intestinale associata a uno stato infiammatorio che danneggia la mucosa.
Farmaci: antibiotici, cortisonici, Fans, immunosoppressori, polichemioterapici antiblastici, potrebbero essere all’origine dell’insorgere della Candida.
Allergie e intolleranze alimentari: questo perché spostano la bilancia immunitaria verso la fase Th2, che equivale a una infiammazione.
Dieta scorretta: può favorire l’instaurarsi di un prevalente stato di acidosi tessutale ideale per lo sviluppo del micete: troppo ricca in carboidrati, soprattutto zuccheri semplici quali saccarosio e fruttosio (di cui la Candida è ghiotta), aggiunti spesso a molte bevande gassate (quindi addizionate di acido carbonico e di acido fosforico), di latte e lattoderivati (formaggi, grana), lieviti, alcolici e superalcolici; di proteine animali (soprattutto carni rosse bovine e suine).
Stress: favorisce un terreno acido tanto caro alla Candida.
Abiti: se sono troppo stretti e aderenti, peggio ancora se prodotti con materiale sintetico, che favorisce umidità e calore locale.
Ormoni: per esempio quelli contenuti nella pillola estroprogestinica. Estrogeni e progesterone, infatti, ne stimolano direttamente la crescita.
Cause circolatorie: insufficienza circolatoria anche distrettuale potrebbe essere alla base del problema.
Debolezza del sistema immunitario: con prevalenza della fase Th2 (allergie, intolleranze) infiammatoria, rispetto alla Th1 immunosorvegliante (riattivazioni virali da EBV e Cytomegalovirus).
Stati psicoemozionali di ansia e tristezza: tali emozioni deprimono le pronte risposte del sistema immunitario affidate ai linfociti T killer.
Metalli pesanti: spesso vengono assunti con certi alimenti, soprattutto pesci di grossa mole come tonno e pesce spada.
Malattie metaboliche: diabete mellito per esempio, a causa di sofferenza microcircolatoria ed eccesso di zucchero nei tessuti, formano le condizioni favorenti lo sviluppo del micete.
Stato della matrice intercellulare intossicato: perché alimenta con molta probabilità una silenziosa infiammazione di tipo Th2 che ha come fine un allontanamento delle tossine in eccesso stoccate nel tessuto connettivo, ma contemporaneamente sguarnisce il settore Th1 deputato all’immunosorveglianza.

Come riconoscerla
Le più frequenti manifestazioni cliniche sono:
Candidosi orale o stomatite: mughetto, cheilite angolare (popolarmente chiamate ragadi della bocca).
Candidosi vaginale: vulvovaginiti caratterizzate da prurito, bruciori, perdite bianche.
Candidosi maschile: infiammazioni della cute del glande, del prepuzio, dell’uretra, prostatiti.
Candidosi cutanea: infiammazione delle pieghe cutanee, micosi delle unghie.
Apparato digerente: digestione difficile, gonfiore dopo aver mangiato pane o pasta, prurito anale.
Sistema nervoso: apatia, astenia, desiderio compulsivo di zucchero, attacchi di panico, cefalea, sensazione di stordimento, incapacità di concentrazione, scarsezza di memoria.

Le terapie, step by step
La strategia terapeutica di una Candidosi
deve articolarsi in quattro passi o livelli:
1) DIETA: basificante e ipoproteica.
2) ALCALINIZZAZIONE: attraverso l’utilizzo di sali alcalinizzanti.
3) DRENAGGIO della matrice extracellulare, drenaggio emuntoriale soprattutto epatobiliare con farmaci omotossicologici e fitoderivati; drenaggio cellulare con substrati del ciclo di Krebs, Chinoni; drenaggio intestinale: con sostanze favorenti l’allontanamento delle tossine quali la Zeolite attivata, lo Psillio e un opportuno utilizzo di probiotici (cioè batteri amici) in grado di antagonizzare la Candida sia in maniera diretta attraverso la produzione di sostanze specifiche, sia per competizione di sito.
4) TRATTAMENTO ANTIFUNGINO VERO E PROPRIO: quello intestinale e sistemico deve tenere conto che l’uccisione massiva delle candide può determinare il fenomeno di Herxeimer, cioè un aggravamento della sintomatologia dovuto a massiccia immissione in circolo di tossine.

Fra le cure convenzionali sono generalmente usati farmaci quali fluconazolo, itraconazolo, nistatina. Mentre per le terapie naturali voglio ricordare aglio, aloe vera, acido caprilico, estratto di semi di pompelmo (gse), pseudowintera colorata. Fra le strategie terapeutiche più originali mi piace ricordare la terapia isopatica SANUM (attraverso l’ausilio di preparati omeopatici). Bisogna comunque sottolineare il fatto che qualsiasi trattamento, soprattutto per le forme croniche e recidivanti, non può prescindere dall’attenzione alla buona salute ed equilibrio della flora batterica intestinale, sia attraverso una dieta appropriata, sia attraverso l’assunzione di opportuni probiotici in grado di competere con la Candida e ricolonizzare l’ambiente enterico. Meglio se pianificata secondo una strategia crono-biologica di ripristino (Saccaromyces Boulardi e Enterococcus Faecium) e successiva ricolonizzazione (Bifidobatteri e Lattobacilli).
Pertanto la candida non è solo un nemico da combattere, ma soprattutto un maestro da ringraziare, perché rendendoci coscienti di una situazione intestinale e metabolica molto pericolosa, ci spinge a correggerla, riportando il sereno in un cielo futuro altrimenti minaccioso.

di Vincenzo Valesi